Volantino ciclostilato solo recto, di datazione incerta. Da un impianto argomentativo vagamente economicista si snodano alcuni temi che connoteranno la successiva pubblicistica dell’Organizzazione Consiliare: l’ostilità per il lavoro, per gli strumenti di produzione, per il sindacalismo, per l’edilizia popolare, insomma per i valori fondanti della Sinistra in Italia. Probabilmente diffuso ai varchi (cosiddette “porte”) degli stabilimenti Fiat di Lingotto e di Mirafiori. (Pier Franco Ghisleni)

Compagni,
i sindacati ci hanno chiamato a scioperare per le riforme. Il motivo attuale è la presentazione di un progetto di legge governativo per l’edilizia giudicato insoddisfacente. Ma oltre alla casa saremo in futuro chiamati a scioperare per altre riforme: la sanità, il fisco, ed altre che stanno preparando (trasporti, scuole, investimenti pubblici, etc.)
LE RIFORME SONO UNA FREGATURA e se scioperiamo non è per le riforme ma perché:
ODIAMO IL LAVORO E CHI CI OBBLIGA A SUBIRLO

Le riforme hanno dei limiti che anche i sindacati hanno denunciato, ma questi si guardano bene dal denunciare l’unico limite che non potranno né vorranno mai eliminare: che dalle riforme ci guadagnano tutti, sindacati compresi, tranne noi.
Esaminiamo ad esempio la riforma della casa. Gli speculatori fondiari intascano profitti altissimi sui terreni fabbricabili; per questo fatto l’industria edilizia soffoca perché non riesce a vendere a causa degli alti costi: in mezzo ci siamo noi che manteniamo gli uni e gli altri con fitti altissimi. In osservazione stanno i padroni di fabbrica e i commercianti che hanno interesse a liberare una parte del potere d’acquisto dei nostri salari dall’affitto per convogliarlo su altri consumi. Da questa riforma non ci guadagniamo nulla: nel migliore dei casi spenderemo meno nell’affitto e più in quello che il padrone vuole che consumiamo. Oltre a ciò avremo il privilegio di disporre di quelle squallide prigioni chiamate case popolari, abitazioni inabitabili in luoghi invivibili, cassoni di cemento addossati gli uni agli altri, senza servizi e all’estrema periferia.
LE CASE POPOLARI NON LE VOGLIAMO NEMMENO GRATIS: CI VADANO AD ABITARE PADRONI E SINDACALISTI. LE CASE CI SONO GIÀ: QUELLE DI LUSSO CHE SONO VUOTE PERCHÉ COSTANO TROPPO. NOI VOGLIAMO QUELLE.
Invece cosa ci guadagnano i padroni dalle riforme? Lo sviluppo economico viene equilibrato, il mercato viene esteso, le rendite degli speculatori fondiari vengono ridotte a vantaggio dei settori più avanzati e in espansione.
Le riforme vanno prima di tutto a vantaggio dell’economia dei padroni e quindi ci danneggiano ed i loro vantaggi sono per noi illusori.
SCIOPERO SÌ, MA NON PER LE RIFORME
Allo sciopero non diamo altro significato se non quello dell’ozio per il piacere di oziare, NON FACCIAMO COME QUEI LURIDI CRUMIRI CHE NEI GIORNI DI SCIOPERO VANNO A LAVORARE NEI CANTIERI O IN ALTRE FABBRICHE.
L’UNICA MANIERA PER OTTENERE QUALCHE COSA È QUELLA DI LAVORARE SEMPRE MENO. ’
Una giornata di tempo sottratta al padrone e da usare come vogliamo vale cento volte lo stipendio perduto.
Rifiutare il lavoro ogni volta che è possibile, senza cedere al ricatto economico della società è la via giusta. Questo però non vuol dire rifiutare il lavoro una volta ogni tanto come la puttana che rifiuta le sue marchette al cliente se il prezzo non la soddisfa. Bisogna rifiutare il lavoro SEMPRE, sfruttando ogni occasione, appena possibile, con lo SCIOPERO, LA MUTUA, RALLENTANDO LA PRODUZIONE CON TUTTI I MEZZI, primo tra tutti il sabotaggio delle macchine.
PROVOCHIAMO INTERRUZIONI ACCIDENTALI DELLE LINEE E DELLE MACCHINE; ESSE NON DIPENDONO DALLA NOSTRA VOLONTÀ ED IL PADRONE È COSTRETTO A PAGARE LO STESSO.

ORGANIZZAZIONE CONSILIARE