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1° maggio: il lavoro salariato non si festeggia. Si abolisce

Questo é il volantino distribuito ai primi di maggio 1972: la descrizione della vicenda sta nella Cronologia di Comontismo scritta da me mentre ero carcerato al Bassone di Como e pubblicata su Maelstrom 2 (Paolo Ranieri). Nella seconda parte il testo riprende il volantino dell’anno precedente firmato “I compagni consiliari”, che aveva quasi lo stesso titolo.

1° MAGGIO: IL LAVORO SALARIATO NON SI FESTEGGIA. SI ABOLISCE

All’inizio del secolo la brutalità del lavoro salariato e la logica spietata delle merci diede il via ad appassionanti ammutinamenti anticapitalisti. Il proletariato individuando il lavoro come fonte di tutte le sue miserie poneva in pratica la sua distruzione.

Oggi gli eredi degli artefici dell’annientamento proletario nel periodo fra le due guerre (p.c.i., sindacati, etc.) spacciano il lavoro come ultimo ritrovato ai mali del proletariato. Il dominio dei burocrati-stalinisti è fondato sulla menzogna e non possono tentare di conservarlo se non continuando a mentire.

Attenti burocrati stalinisti!

Il volto ghignante del proletariato che risorge ridicolizzerà tutti i tentativi di recuperarlo alla logica della merce e del lavoro. Sadico come dovrà essere il Proletariato se la prenderà per primo con quelli che vogliono parlare per lui senza essere lui. La liberazione dal lavoro è la condizione preliminare per superare la società dei consumi e per l’abolizione nella vita di tutti della separazione tra tempo di lavoro e tempo libero, settori complementari di una vita alienata in cui si proietta all’infinito la contraddizione interna della merce tra valore d’uso e valore di scambio. La concentrazione capitalistica dei mezzi materiali e ideologici di produzione e la sua distribuzione sociale si trova di fronte sempre più minacciosa l’insoddisfazione crescente di tutti.

La società del capitale promette, ma non può mantenere. Non può mantenere alcuna promessa di felicità poiché il suo fine stesso (produzione) ed i suoi mezzi (lavoro, etc.) sono chiaramente oppressivi.

I proletari stanno lanciando la sfida alla società e non per una società diversa o migliore ma per l’abolizione di ogni società (intesa come agglomerato di individui-merci retti da uno scopo ad essi superiori).

La felicità in armi esige di prendere il posto dell’infelicità oggi esistente. La distruzione del dominio del capitale e dei suoi strumenti è l’unica festa che il proletariato può desiderare.

È tempo di iniziare concretamente la lotta per un 1° maggio permanente, cioè per l’abolizione del lavoro e del tempo capitalista.

CHI AMA IL LAVORO

È UN MASOCHISTA

O SI CHIAMA CAPITALE

L’ULTIMA INTERNAZIONALE

COMONTISMO – PER L’ULTIMA INTERNAZIONALE

Numero unico in attesa di autorizzazione pubblicato a Firenze (Tip. Capponi) nel maggio 1972, di 32 pp., cm. 32 x 22, in vendita a 300 Lire. «Doveva uscire in un bel bianco e verde-azzurro. Hanno collaborato Gigi Amadori, Giulio Dessi, Valerio Bertello, Riccardo d’Este, Dada Fusco, Roberto Ginosa, Gianni Miglietta, Alfredo Passadore, Paolo Ranieri, con la partecipazione involontaria di Nicola Adelfi. Il cornuto del tipografo ci ha fatto quella cosa degradante, in effetti in cui non si capisce nulla». (Paolo Ranieri).
Oltre a lucidi e sagaci testi, è corredato da numerose immagini, in prevalenza détournements di strips di fumettisti allora in voga, fra i quali si riconoscono Robert Crumb, Charles Schulz, Magnus e Bunker, E.C. Segar ed altri meno noti. Due fotografie d’epoca (“Barricata spartachista” e “Durruti”) sono tratte da Internationale Situationniste. Invece le immagini autoprodotte dai comontisti sono: la fotografia a p. 15, cui sono sovraimpresse le parole “Contro la legge”, che rappresenta il cavo orale di tale Cesare, specialista in delitti contro la proprietà; quella di p. 28, dove compare una donna nuda, sdraiata e di spalle, con una frase disegnata sulla schiena, che fu scattata a Ponte a Egola a una anonima compagna; e quella di p. 31, il volto di Alfredo Passadore “Tamaro Baroni” in un fotomontaggio che si richiama alla nota (a quei tempi) protagonista delle cronache rosa Tamara Baroni. Controversa rimane invece la paternità della fotografia di copertina, una coppia di leggiadri giovani ignudi nell’atto di spiccare un salto, che doveva evocare, negli intenti dei comontisti, il “salto qualitativo” (ad opera della specie umana) di hegeliana memoria: secondo alcuni è prodotto genuinamente comontista, secondo altri è immagine tratta da un magazine femminile un po’ osé.

Qui di seguito, link per scaricare il documento ad alta risoluzione

Primo maggio. Volantini comontisti contro il lavoro

Il 1° maggio 1972 e nei giorni seguenti vennero distribuiti diversi volantini contro il lavoro, tra cui una riproposizione del testo del 1° maggio 1971 di Organizzazione Consiliare cambiando la firma in “I COMONTISTI”, e aggiungendo “salariato” nel titolo. Il 2 maggio a Milano fu diffuso quello con il nuovo stemma dell’Alfa Romeo «introdotto con potente battage pubblicitario dall’aprile del 1972, mese in cui aveva aperto l’Alfa di Pomigliano d’Arco. La distribuzione fu effettuata dai comontisti di via Pecchio presso La Breda e la Falk, al primo turno (forse le 6 del mattino) e nelle ore successive in piazza Cadorna, dove arrivano in città i treni con i pendolari che vengono a lavorare a Milano. Ai cancelli delle prime due fabbriche la distribuzione ha fatto rischiare un pestaggio, perchè dopo un primo momento d’imbarazzo in cui i lavoratori prendevano il volantino e lo osservavano, non capendone bene il significato, subito dopo è stata recepita la provocazione, di possibile matrice fascista, vista l’iconografia. I distributori del volantino hanno preceduto con tempismo l’innesco dell’azione punitiva, promossa da elementi sindacali, fuggendo a gambe levate.» (Maurizio Pincetti)
Lo stesso giorno a Torino fu distribuito il volantino con i due disegni del 1 MAGGIO e del 2 MAGGIO, sul fronte; nel retro c’era il testo del volantino “1° maggio: il lavoro salariato non si festeggia. Si abolisce” firmato L’ULTIMA INTERNAZIONALE.