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Danzica e Poznan come Detroit / Fascisti, democratici e sedicenti comunisti uniti contro la rivoluzione in Polonia (dicembre 1970)

Volantino Ludd, dicembre 1970.

 

Qui sotto, volantone con in basso lo spazio per aggiungerci il volantino più piccolo.

 

DANZICA E POZNAN COME DETROIT

Lunedì e martedì a Danzica:

Aumento dei generi alimentari fino al 30 %. Conseguenze immediate: saccheggio di negozi, scontri di strada con la milizia; autobus, automobili e mezzi della polizia incendiati; incendio e distruzione della stazione ferroviaria e della sede del partito sedicente “comunista”; i vigili del fuoco accolti a fucilate; sciopero al porto; le navi alla fonda si allontanano mentre gli operai dei cantieri escono a scontrarsi con la milizia al canto dell’Internazionale. Si parla di 150 miliziani feriti e di alcuni morti. Coprifuoco a Danzica e luoghi vicini; la lotta si estende a Poznan…
La distruzione generalizzata, iniziata dal proletariato polacco del Baltico, apre una nuova fase della lotta di classe nei paesi dell’Est europeo. L’altra, quella aperta a Varsavia nell’estate ’44 e repressa dalle armate naziste e staliniste, si era conclusa a Budapest nel ’56 e aveva fatto dell’area “socialista” dell’Europa Orientale il punto critico di tutto il capitale internazionale.
Quello era il periodo in cui la lotta per il comunismo si mescolava a rivendicazioni democratiche di gestione e di indipendenza nazionale: Consigli Operai e autonomia dall’URSS.
Oggi, le stesse caratteristiche delle lotte del proletariato nero degli USA si stanno generalizzando a tutti i paesi del capitale. I proletari polacchi che hanno saccheggiato e distrutto, aprendo il fuoco sulla sbirraglia cosiddetta “comunista”, non si sono più mossi sul terreno della politica, quello delle rivendicazioni e dell’organizzazione, ma hanno iniziato a realizzare la teoria. Per i funzionari del capitale, dall’Est all’Ovest, la paura della rivoluzione comincia a trasformarsi in terrore.
Le fiamme degli incendi inceneriscono l’ideologia di “LENIN, STALIN, MAO-TSE-TUNG” così come a Detroit e a Newark avevano iniziato a disintegrare la forza dell’economia materializzata dalle orrende megalopoli USA.
L’assalto si scatena contro il capitale e l’ideologia, quindi contro ciò che ha ridotto tutta la vita del proletariato a materia bruta.
È una rivolta radicale della vita contro le forze della sua negazione.

FASCISTI, DEMOCRATICI E SEDICENTI COMUNISTI, UNITI CONTRO LA RIVOLUZIONE NELLA POLONIA

I proletari polacchi sono insorti cominciando a distruggere le manifestazioni concrete di ciò che li opprime: l’Organizzazione, il suo stato e le sue leggi, le Merci e i loro prezzi, il loro mercato e la loro Pianificazione. Questa è la verità del movimento iniziato a Danzica: l’assalto al capitale che si esprime nel rifiuto radicale della sopravvivenza spettrale in cui Esso si materializza. Questa è infatti la prassi e il senso della rivoluzione in ogni parte del mondo.

Le menzogne non si sono fatte attendere: i sedicenti “comunisti” nostrani, non essendo che il riflesso di quelle forze che, nell’ambito della divisione internazionale del lavoro repressivo, mantengono l’ordine e la legge in Polonia, si sono sentiti coinvolgere indirettamente, e hanno, nella astiosa falsità, lasciato trapelare il vero, scrivendo sui loro giornali che si tratta di “giovinastri”, teppisti, provocatori, nemici del socialismo, usando cioè la nomenclatura con cui l’attuale linguaggio del capitale mondiale, da Washington a Pechino, tenta di definire il proletariato rivoluzionario e la sua prassi.

Questo dimostra ancora una volta come si comporteranno queste canaglie quando la rivoluzione le chiamerà a svolgere il loro lavoro, coinvolgendole in prima persona (così come è di recente successo a Reggio Calabria, dove, non potendo “rappresentare”, cioè recuperare e sterilizzare, il movimento insurrezionale, partiti e sindacati hanno parlato di “teppismo fascista” e chiesto l’intervento dell’esercito).

Gli altri, cioè i fascisti e i democratici, hanno squallidamente tentato di recuperare quanto accaduto, commuovendosi sulla miseria economica (vera o presunta) dei lavoratori polacchi; ma per farlo hanno dovuto mentire smisuratamente e affermare che i rivoltosi si battono per avere quanto è concesso in occidente a un “operaio medio”; e cioè, in ultima analisi, un diverso colore della divisa dei poliziotti.

Nessuno deve tacere di fronte all’organizzazione della menzogna unificata, questo è il momento di iniziare a distruggerla.