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Parigi, capitale mondiale della prostituzione intellettuale

Traduzione dal Francese, Milano, marzo 1978.

PARIGI: CAPITALE MONDIALE DELLA PROSTITUZIONE INTELLETTUALE

Con gran vergogna della nostra epoca, 100 e 150 anni dopo la loro morte, Marx ed Hegel sono sempre d’avanguardia, poiché ciò che era criticabile nelle loro teorie rimane sempre non criticato e ciò che nelle loro teorie era rivoluzionario è sempre rivoluzionario, perché non è stato verificato da nessuna parte.

L’unico uso reale della teoria – in contrapposizione al suo uso spettacolare apologetico – è la critica della teoria. L’unico uso di ogni pensiero che sia degno di questo nome è la critica di questo pensiero. Il fine del pensiero è di dare una forma perfettamente criticabile a tutto ciò che esiste, dunque una forma perfettamente criticabile al pensiero – che esiste. L’unico uso reale del pensiero di Marx è la critica del pensiero di Marx. L’unico omaggio che si possa rendere a un pensiero è di criticarlo, di provare quindi che esso è criticabile, di provare così che esso è un pensiero degno di questo nome.

Se il pensiero di Marx non è stato criticato – qui non parliamo neanche del pensiero di Hegel – non è perché il pensiero di Marx sia incriticabile, ma perché sono dei poliziotti, dei manipolatori sociali e le loro prostitute intellettuali che si sono impadroniti del pensiero di Marx. Oggi si trovano dei giovani intellettuali* che vengono a spiegarci che se del pensiero di Marx si sono impadronite delle baldracche è perché il pensiero di Marx era il pensiero di una baldracca. E che in un modo o nell’altro, è grazie al pensiero di Marx che queste baldracche hanno annientato il proletariato o hanno approfittato del suo annientamento da parte di altri. Secondo loro quindi, Marx sarebbe responsabile della non critica del proprio pensiero. Ovviamente, delle baldracche non si sarebbero arrischiate a criticare il pensiero di una delle loro.

Evidentemente, la verità è un’altra. Se dei poliziotti, dei manipolatori sociali e le loro prostitute intellettuali si sono impadroniti del pensiero di Marx, non è perché il pensiero di Marx sia poliziesco o perché Marx stesso fosse un manipolatore sociale o una prostituta intellettuale – non ha mai insegnato all’università di Besançon, non è mai stato maoista, non ha mai tenuto conferenze al museo Pompidou, non ha mai seguito i corsi di Althusser – ma perché coloro che potevano criticare il pensiero di Marx e che comunque lo criticheranno, erano stati annientati. Al contrario, sono stati proprio coloro che non hanno criticato il pensiero di Marx a schiacciare il proletariato o ad approfittare del suo annientamento da parte di altri. Ma non è grazie al pensiero di Marx che hanno schiacciato il proletariato, è grazie all’annientamento del proletariato che essi hanno potuto far sì che tale pensiero restasse non criticato, così come hanno potuto fa sì che restasse non criticato questo mondo. Se non hanno criticato il pensiero di Marx, non è perché Marx fosse una baldracca. È perché sono loro delle baldracche che non hanno criticato il pensiero di Marx. Al contrario, proprio perché il pensiero di Marx è non soltanto eminentemente criticabile, ma anche eminentemente criticabile da parte dei proletari, era vitale per i loro dominatori che questo pensiero rimanesse non criticato, ed era vitale per questi ultimi impadronirsi proprio di questo pensiero e non di un altro qualsiasi. Per quanto concerne la teoria così come per quanto concerne tutto ciò che esiste, il fine delle classi dominanti è che nulla venga criticato. Così, dopo l’annientamento di coloro che potevano criticare il pensiero di Marx – e non soltanto questo pensiero ma il mondo che lo contiene – fu compito essenziale per le classi dominanti tentar di dare a questo pensiero stesso una forma incriticabile. Per dare una forma incriticabile al mondo avevano già la loro polizia. Per dare una forma incriticabile ai pensieri stessi – due precauzioni sono meglio di una – hanno avuto le loro prostitute intellettuali.

Esiste nella nostra epoca qualcosa di ancora più vergognoso dell’epoca stessa, sono le prostitute intellettuali, quei famosi intellettuali di sinistra pagati sottobanco dalle classi dominanti – molto male d’altronde, ed è in questo che consiste principalmente la loro ignominia – per produrre escrementi intellettuali che, quanto ad essi, sono incriticabili, avendo per fine, al contrario della teoria, di essere incriticabili, di mantenere la confusione e di dichiarare incriticabile ogni pensiero degno di questo nome. Tra le grida di contestazione, le classi dominanti sanno riconoscere immediatamente quelli che non chiedono altro che un impiego. Sono le generazioni di prostitute intellettuali che non hanno criticato il pensiero di Marx, sono le generazioni di prostitute di sinistra il cui mestiere è consistito positivamente nel non criticare il pensiero di Marx, perché il loro mestiere consisteva nel non criticare nulla di questo mondo e nel vegliare, almeno per quanto concerne le idee, a che nulla venisse criticato; e tutto ciò perché ricevevano i loro salari – ben magri salari del resto, perché consistevano in poveri impieghi guarniti di vane speranze di poter un giorno dominare in prima persona quel proletariato tanto agognato, vane speranze oggi del tutto svanite – da coloro il cui fine è di non criticare nulla di questo mondo perché è quello in cui si dispiega il loro dominio.

Oggi, la critica del mondo da parte dei proletari è ripresa malgrado tutte le polizie di sinistra e malgrado tutte le menzogne di sinistra. È ripresa la critica stessa del pensiero di Marx, ed essa minaccia addirittura di minacciare coloro che impunemente e per così tanto tempo hanno lavorato ad ostacolarla. Le menzogne da collegiali dei giovanotti della rue d’Ulm si prefiggono quindi di evitare – ferma restando la salvaguardia del loro impiego – delle domande imbarazzanti e le loro non meno imbarazzanti risposte. Perché, ad esempio, una volta – al tempo in cui erano giovani “vecchie puttane intellettuali” – non hanno criticato questo pensiero di Marx così nefasto e malefico? Questa domanda ammette soltanto due risposte. O non hanno criticato questo terribile pensiero perché esso è terribilmente incriticabile oppure non hanno criticato questo terribile pensiero perché erano terribilmente puttane intellettuali. Evidentemente, la risposta giusta è la seconda. Un’altra domanda: perché oggi fanno soltanto finta di criticare il pensiero di Marx? Anche questa domanda ammette soltanto due risposte. O fanno soltanto finta di criticare il pensiero di Marx perché, trattandosi del pensiero di una baldracca, esso non merita altro trattamento se non quello che si riserva agli escrementi incriticabili delle puttane intellettuali: e in questo caso gli insulti sono più che sufficienti. Oppure fanno soltanto finta di criticare il pensiero di Marx perché sono sempre delle puttane intellettuali il cui scopo è che questo pensiero continui a non ricevere critiche degne di esso; perché sono pagate per questo e perché è il solo lavoro che sappiano fare. Anche qui, la risposta giusta è la seconda. Ma queste domande sono solo casi particolari di una questione più generale: perché non criticano mai nulla di questo mondo se non illusoriamente? O perché questo mondo è incriticabile o perché sono delle puttane intellettuali. Anche in questo caso la risposta giusta è la seconda. L’I.S. e gli operai di Danzica, di Budapest, di Soweto, di Dakar, di Radom, del Portogallo, d’Italia e di molti altri paesi hanno ampiamente dimostrato la falsità della prima, tanto sul piano teorico che sul piano pratico. Per criticare il pensiero di Marx, non bisogna soltanto conoscere questo pensiero, bisogna criticare il mondo che lo contiene. Soltanto se si critica questo mondo si possono criticare le teorie di questo mondo. E criticare realmente questo mondo quando si è un intellettuale significa – come Marx fece esemplarmente – risolversi ad essere assente là dove sono assenti i nemici reali di questo mondo, ad essere assente dunque là dove pullulano le puttane intellettuali. Come potrebbe una puttana intellettuale criticare il pensiero di Marx, cioè criticare una parte di questo mondo, quando essa accetta tutto il resto di questo mondo, con una marcata predilezione per ciò che vi è di più ignobile e di più vergognoso? Se a rigore si può rimproverare a Marx di non essere stato più critico – il che sarebbe un po’ come rimproverare a Beethoven di non aver fatto lui il silenzio nella musica o a Rembrandt di non aver dipinto lui il Quadrato nero su fondo bianco, ciò che suppone si abbia qualcosa per sostenere il confronto, con Beethoven e Rembrandt – non si può in alcun caso rimproverare a Marx d’aver elaborato un pensiero incriticabile, a meno di non essere una puttana intellettuale, poiché non esiste pensiero degno di questo nome che sia incriticabile, e solo le puttane intellettuali vengono pagate per non criticare. Marx non ha mai praticato la teoria assieme alle puttane intellettuali, né assieme ai padroni delle puttane intellettuali.

I tempi son troppo mutati. Interi reggimenti di puttane intellettuali giovani o vecchie non impediranno che il pensiero di Marx venga criticato, e con esso il resto del mondo. Le puttane intellettuali giovani o vecchie possiedono in proprio e in esclusiva la loro ignominia. Esse costituiscono di per sé sole la vergogna della nostra epoca. È solo perché le contiene che la nostra epoca è vergognosa. Nulla ha mai impedito loro di criticare, nulla se non i posti vergognosi che occupano nel mondo o i posti vergognosi che bramano di occupare. Si potrebbe essere tentati di obbiettare che qualcosa impedì, una volta, alle puttane intellettuali di criticare il pensiero di Marx; se non questo pensiero stesso, almeno la loro stupidità personale legata alla durezza di un’epoca che vedeva il proletariato ridotto al silenzio. Ma quand’anche fosse così, nulla allora obbligava le puttane intellettuali ad aprire il becco per diffondere delle porcherie marxose, nulla se non le piazze vergognose che bramavano, perché il prezzo che dovevano pagare per ottenere queste piazze in un incerto futuro era appunto di diffondere delle porcherie marxose. Al contrario, la loro vergogna risulta accresciuta dal fatto di aver scelto, per aprire il loro becco di baldracche di sinistra, un’epoca in cui milioni di uomini erano ridotti al silenzio. E ancora, è precisamente questo silenzio che ha permesso loro di aprire il becco, così come è il contrario di questo silenzio che glielo farà chiudere. Si comprende perciò la loro smania recente di far condividere, o addirittura di addossare interamente la propria ignominia al pensiero di Marx – quando non è alla persona di Marx, come vorrebbe la puttana intellettuale femmina Françoise Levy. Perciò si comprende anche come le “nuove” puttane intellettuali siano più portate ad intrattenerci su qualsiasi cosa nel loro stile abituale da puttana intellettuale, piuttosto che sulla loro ignominia personale del tempo in cui erano giovani “vecchie puttane intellettuali”. Ecco almeno un punto del pensiero di Marx che si trova perfettamente verificato: ciò che le persone pensano viene determinato dal posto che esse occupano nel mondo o che bramano d’occupare. Le persone che occupano i posti di puttana intellettuale hanno pensieri da puttana intellettuale. Tuttavia, le sole persone che in questo mondo siano costrette a fare ciò che fanno e ad occupare i posti che occupano sono i lavoratori costretti ad andare nelle fabbriche e negli uffici. D’altronde, per le classi dominanti e per le loro puttane intellettuali tutto il problema consiste nel costringerveli. Nulla dunque ha mai obbligato una puttana intellettuale ad occupare un posto di puttana intellettuale, nulla se non la sua stessa bassezza, la sua stessa puttaneria, il suo stesso gusto per i posti vergognosi. Nulla dunque potrebbe cancellare la vergogna di una puttana intellettuale.

* Si tratta delle neo-puttane intellettuali Benoist, Dollé, Glucksmann, Jambet, Lardreau, Le Bris, Lévy, Lévy, Sollers, ecc. uscite per la maggior parte dal celebre bordello della rue d’Ulm che vide passare tante puttane intellettuali ora invecchiate. Queste giovani puttane intellettuali hanno precipitosamente abbandonato senza alcun riguardo le loro vecchie maîtresse Althusser e Mao. Se non son tutte poi così giovani, sono però tutte molto puttane. Bisogna comunque riconoscer loro un vantaggio: alcune riescono se non altro a farsi pagare meno mediocremente i propri servizi, ed in questo sono già meno disprezzabili di quelle più anziane. Se si fa un mestiere sudicio, almeno farlo sudiciamente. D’altra parte questo cambiamento si spiega col fatto che le speranze chimeriche di dominare un giorno in prima persona il proletariato che servivano da compensazione alle magre sinecure degli intellettuali di sinistra sono completamente svanite. Quindi, già che si batte, almeno farsi pagare bene e in contanti. D’altronde, questo spiega l’amarezza che si è impadronita della prostituzione intellettuale parigina. Tanta ingratitudine ha pagato tanti buoni servizi vergognosi. Davanti al musetto fresco di una prosperosa giovane puttana intellettuale, ogni vecchia puttana intellettuale viene colta dall’angoscia. È questo l’unico aspetto divertente dell’affare, perché le vecchie puttane intellettuali hanno difeso ferocemente il loro angolo di marciapiede intellettuale, il che ha dato luogo a pittoreschi battibecchi intellettuali. Come diceva Villon di Parigi: «Lingua lunga è solo qui».

Traduzione dal Francese – Milano, marzo ’78.