Lega degli operai e degli studenti, Genova, 23 agosto 1968.

Testo veramente acuto, ricco di spunti teorici sotto un’apparenza piana. (P.R.)

IN NOME DEL SOCIALISMO…

La Russia con gli alleati tedeschi orientali, bulgari, polacchi e ungheresi ha occupato la Cecoslovacchia per “difendere il socialismo”.

Ma anche i cecoslovacchi, che si oppongono all’invasione, lo fanno in nome del socialismo. Tutto il mondo socialista si è quindi mosso in difesa del socialismo. Da che parte sta dunque il socialismo?
Il mondo borghese è scandalizzato perché un paese è stato occupato militarmente: i borghesi sono indignati in chiara difesa di un paese “socialista”.

Il papa si è addolorato, Saragat si è indignato, i socialisti nostrani hanno manifestato sdegno, i comunisti hanno manifestato la “loro disapprovazione e la loro profonda preoccupazione”, i liberali hanno blaterato e i fascisti hanno bestemmiato in favore del dio socialista.

Ma dove sta andando dunque il socialismo? E soprattutto chi sono oggi i socialisti?

I giornali borghesi stanno difendendo a spada tratta gli studenti e gli operai cecoslovacchi, facendone già degli eroi, ma l’altro ieri gli stessi operai e studenti, questa volta francesi, venivano definiti criminali, pericolosi, teppa sanguinaria, piromani, ecc..

Le barricate cecoslovacche sono rivoluzionarie, quelle francesi no!

I comunisti nostrani, dopo aver applaudito l’intervento russo in Ungheria, adesso si dicono contrari a quello in Cecoslovacchia: ma non accuseranno, fra qualche giorno, le barricate di Praga di essere troppo “a destra”, così come accusarono a maggio quelle di Parigi di essere troppo “a sinistra”? Quelli del PCI dovrebbero decidersi e dire apertamente dove sta per loro il socialismo.

Sono forse socialisti i sovietici che definiscono “provocatori e lupi mannari” gli studenti e gli operai francesi rivoluzionari, che stroncano sul nascere ogni moto di autonomia nazionale nell’Est europeo, che sabotano ogni movimento rivoluzionario nell’America Latina e nel terzo mondo?

Oppure sono “socialisti” gli americani che occupano S. Domingo, che stroncano i movimenti rivoluzionari nell’America Latina, che ammazzano e distruggono nel Vietnam, che uccidono i neri?

Oppure sono socialisti Dubcek e compagni che, mentre vogliono sganciare la società cecoslovacca dall’imperialismo russo, vogliono anche “liberalizzare” l’economia, aumentare le differenze salariali, la produttività del lavoro (cioè lo sfruttamento operaio), intensificare gli scambi con l’Occidente, cioè, in pratica, realizzare le condizioni prevalenti oggi in URSS?

È pur vero che ci sarà senz’altro qualcuno che dirà che i cinesi sono i veri socialisti, che stanno facendo sforzi sovrumani per costruirsi la loro bombetta atomica, lasciando morire di fame la loro gente, ponendosi come terza potenza imperialistica mondiale, con chiari intenti di espansione.

Qualcosa non va. La parola “socialismo” ha perso tutto il suo significato, per diventare l’ombrello giustificativo universale sotto cui si nascondono tutte le burocrazie del mondo, al potere o in procinto di andarci.

A differenza di quanti hanno sempre preteso di rappresentarli, dirigerli, organizzarli, gli operai, i contadini, gli intellettuali che da oltre un secolo a questa parte si sono battuti e hanno lasciato la pelle per il “socialismo” volevano una cosa molto precisa: fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, libertà per ogni uomo di decidere su se stesso e sulla propria vita.

Ma questa condizione non si è mai realizzata e nessuno di quanti oggi dicono di difendere e voler il socialismo ha fatto e fa nulla perché si realizzi.

Ovunque gli “organizzatori”, i “dirigenti”, i “rappresentanti” hanno ricreato le condizioni di prima: alla vecchia classe borghese si è sostituita una nuova classe di dirigenti di partito, di fabbrica, di sindacato, tutti pianificatori e organizzatori del lavoro altrui. Lo Stato, invece di venire modificato nelle sue strutture autoritarie, è stato reso ancora più autoritario, repressivo di quello borghese.

Oggi cercare un discorso socialista nella situazione cecoslovacca è estremamente difficile: la classe operaia, che dovrebbe essere la protagonista, tace e appare duramente colpita da anni di oppressione e di paura.

Dopo il bastone dello stalinista Novotny, la carota del “riformista” Dubcek è pur qualcosa, ma la Russia oggi non tollera neppure la carota di Dubcek: l’“ordine” deve regnare a Praga. In nome del socialismo, naturalmente …

La lega degli operai e degli studenti

23 agosto 1968

Via C. Rolando 8/8 Ge-Sampierdarena