Lega degli operai e degli studenti, Genova, 31 maggio 1968.

Denuncia molto limpida del ruolo dei sindacati e dei partiti di sinistra, la cui opposizione al governo gollista viene smascherata come unicamente formale.
Si tratta di uno dei temi chiave del movimento di allora: se oggi appare come pacificamente noto a tutti, all’epoca si manifestava come un discorso nuovo e dirompente, tale era il peso dell’ipnosi parlamentarista tanto in Francia quanto in Italia.
Notare la dicitura “Supplemento a Il potere operaio”…, una tecnica usata all’epoca per scansare le leggi sulla stampa, che però comportava sovente antipatici scontri con i titolari dell’autorizzazione, che nessuno mai informava.
(P.R.)

NON ISOLARE I RIVOLUZIONARI FRANCESI! BATTERE GLI AFFOSSATORI DELLA RIVOLUZIONE!

Le ultime notizie che provengono dalla Francia ci dicono che le forze reazionarie stanno organizzando una repressione di massa. Finora la repressione era stata condotta solo contro il movimento studentesco, punta più avanzata dell’opposizione extraparlamentare, e non aveva ancora toccato la classe operaia controllata dal PCF e dalla CGT. Oggi, dopo il rifiuto della base operaia di aderire a qualsiasi negoziato, la repressione viene minacciata anche nei suoi confronti: De Gaulle ha fatto convergere su Parigi le truppe corazzate e i paras e si è appellato a tutte le forze reazionarie, perché esercitino il loro “dovere civico” contro l’opposizione extraparlamentare. Mentre De Gaulle organizza la repressione, tende anche una mano all’opposizione democratica controrivoluzionaria (PCF – Federazione della sinistra – sindacati) sciogliendo il parlamento e indicendo nuove elezioni.

Nonostante la forza immensa degli operai e degli studenti, che sarebbe oggi in grado non solo di sconfiggere il regime gollista, ma di operare una trasformazione rivoluzionaria, i partiti tradizionali della sinistra si sono agganciati in modo vergognoso al treno gollista, nel tentativo ultimo di incanalare il movimento in vie legalitarie e di isolare l’ala rivoluzionaria.1

Il PCF ha annunciato di aderire alle elezioni della nuova assemblea, anche se il suo obiettivo, più volte dichiarato, era di porre termine al regime gollista, cosa ancora più grave il PCF ha accettato non solo il sistema elettorale della V Repubblica ma anche di partecipare alle elezioni in un paese assediato dalle truppe speciali e dalla polizia. La CGT, a sua volta, dopo le dichiarazioni di De Gaulle, ha subito proposto nuove trattative col padronato e col governo e ha diffidato il movimento studentesco dall’intralciare le elezioni e le trattative.

Riuscirà il potere gollista, con l’appoggio internazionale dell’occidente capitalista e dell’URSS, insieme alle manovre della sinistra unita, a bloccare il movimento rivoluzionario in Francia?

Il movimento rivoluzionario in Italia ha oggi forti responsabilità; si tratta innanzitutto di non isolare il movimento francese ma di estenderlo, in secondo luogo di fornire tutti i mezzi possibili ai rivoluzionari francesi per battere l’azione combinata della repressione gollista e del riformismo comunista. L’internazionalismo della classe operaia italiana va oggi incontro ad una prova tremenda, per la quale non è ancora organizzata. Per questo occorre che gli operai e gli studenti siano informati di quanto avviene, al di là degli inganni della stampa reazionaria e opportunista, organizzino in tutti i luoghi di lavoro e di studio comitati di azione e di informazione al fine di estendere la lotta rivoluzionaria in Italia e organizzare la solidarietà attiva con i compagni francesi.

Genova 31 maggio 1968

LEGA DEGLI OPERAI E DEGLI STUDENTI

Suppl. a “IL POTERE OPERAIO”

n.° 10 – Autor. Trib. di Pisa n.° 1-8/5/’67

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1. Tale atteggiamento ha suscitato forti reazioni anche all’interno della CGT, clamorose le dimissioni di A. Barjonet che ha indirizzato al segretario della CGT questa lettera: «Segretario del Centro di Studi economici e sociali da più di 20 anni io ho partecipato direttamente o indirettamente a tutte le trattative durante questi anni, sia col padronato che con i vari governi. In queste condizioni io sono l’ultimo a sottovalutare i vantaggi materiali e morali che la classe operaia può ottenere con la lotta rivendicativa. Ma nel momento in cui milioni di lavoratori, di studenti e francesi di tutte le condizioni partecipano al più potente movimento popolare che il nostro paese abbia mai conosciuto, io proclamo la mia convinzione che era possibile andare molto più in là, avanzare verso il socialismo e per lo meno abbattere il regime gollista. Non rispondendo all’aspirazione profonda dei lavoratori e degli studenti che non si è potuta o voluta comprendere, le grandi organizzazioni sindacali e politiche che si richiamano alla classe operaia e alla sinistra si assumono una grave responsabilità storica, alla quale mi è impossibile associarmi più a lungo.»

(Lettera inviata a G. Seguy, segretario della CGT, in data 23 maggio 1968)