Lettera di Mario Lippolis a Riccardo d’Este. Cicagna (GE), 6 ottobre 1968.

Resoconto del dopo Maggio in Francia e parzialmente in Italia, molto indicativo del linguaggio, della confusione e degli stati d’animo del tempo. (P.R.s

 

Mario Lippolis

Via Montallegro 40/17 – Genova

Caro Riccardo,

sono appena tornato dalla Francia dove sono rimasto assieme a un altro compagno della Lega, Mario Moro, per circa un mese. Con questa lettera intendo metterti sommariamente al corrente di alcune cose che ritengo importanti e riprendere almeno a livello personale i contatti che non so a livello di lega quanto funzionino (come tante altre cose del resto).

Dunque, in Francia abbiamo preso contatti e parlato a più riprese con Cardan, Mothè, Vega (Pouvoir Ouvrier) Canjeurs ed Helène Gerard di Socialisme ou Barbarie e inoltre, sempre ex-Soc. ou Bar., con Berthier, con Pierre Guillaume e con un compagno di Lione di cui ora mi sfugge il nome. Inoltre abbiamo parlato con Jean Pierre Duteuil e con molta altra gente dell’ex-22 Marzo, con gente di Noir et Rouge (Nataf e altri) con gente dell’UGAC (anarco-comunisti) e di ICO (comunisti dei consigli derivati dall’uscita di Lefort e Berthier da SouB). Durante una sosta a Lione abbiamo discusso con un gruppo informale anti-burocratico di Lione (Michel Marsella, Françoise Routhier e molti altri che ha avuto grande parte nella lotta in quella città col nome di 22 Marzo). Abbiamo discusso inoltre con molti militanti di quelli che Solidarity chiama una specie storica in continuo aumento, gli ex dei vari partiti e gruppi burocratici che Maggio ha riunito a lavorare nei comitati d’azione − e a cui appartengono del resto quasi tutti quelli già citati − e che ora riuniti in gruppi informali, oltre che, naturalmente, nei Comitati e spesso nei gruppi effettivamente aperti e antiburocratici fra quelli preesistenti, affrontano in una situazione molto fluida problemi decisivi.

Abbiamo partecipato a riunioni e discussioni a non finire fra cui molto importanti quelle di alcuni Comitati d’Azione e del Comitato interfabbriche di Parigi; abbiamo preso parte, per quello che riguarda il movimento studentesco, all’occupazione di Nanterre e a una giornata di agitazione alla Sorbona dove c’era la prima assemblea dopo maggio sul problema degli esami (da quattro a cinquemila persone). Abbiamo raccolto una grande quantità di materiale estremamente interessante sul maggio, sui gruppi antiburocratici, su Socialisme ou Barbarie, oltre a testi teorici molto importanti (Luxemburg, Dan e Martov, collezione Spartacus, Ciliga, Pannekoek, ecc.) in Italia mai pubblicati e sconosciuti ai più. Con compagni e gruppi abbiamo stretto rapporti di conoscenza e di collaborazione futura oltre che in alcuni casi di amicizia e sempre di futura informazione reciproca che saranno, ritengo, se siamo capaci di mantenerli, estremamente utili. Ciò anche con alcuni operai. Inoltre Cardan ci ha messo in contatto con un libraio-editore che si prepara a stampare i testi delle tendenze comuniste consiliari, la traduzione del libro di Pannekoek sui consigli operai e che pubblicherebbe anche testi nostri in francese. Mi rendo conto che questo è solo un indice e anche molto sommario ma un resoconto in una lettera è assolutamente impossibile dato che abbiamo lavorato indefessamente per un mese. Penso che sarà necessario un incontro anche per affrontare i problemi della ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva. Credo che una ripresa del processo di contatti, di scambi e di coordinazione sia anche necessario alla lega il cui andamento da quel poco che ho sentito (ho parlato solo con una compagna al mattino di domenica quando siamo arrivati dalla Francia prima di partire subito per Cicagna) mostra i sintomi di una crisi molto preoccupante di inefficienza, anzi inesistenza cronica. Da quello che ho potuto capire l’estate è andata completamente perduta o quasi. Il lavoro sulla Francia che era importante uscisse prima che nuovi avvenimenti lo rendano meno attuale ed a cui io insieme ad altri compagni ci eravamo dedicati fino all’inizio di settembre portando a termine la traduzione dei testi e dei documenti ed a cui mancava solo l’elaborazione non è stato proseguito e terminato come previsto quando il compagno che se ne occupava si era sposato ed aveva dovuto sospendere il suo lavoro contemporaneamente a me che partivo per la Francia; i contatti con Sigianni e con l’editore non sono stati tenuti nonostante Milano non sia il polo nord, il perché nessuno lo sa. Così pure, credo, l’altro lavoro importante, quello sull’esercito non si sa che fine abbia fatto dopo alcuni mesi che due o tre compagni se ne occupavano; ora gli stessi compagni pare che si siano messi a fare un lavoro sulle sacche di povertà e credo che girino per gli alberghi dei poveri con una macchina da presa intervistando vecchiette. Nel settore fabbriche dopo la crisi del gruppo Italsider credo che non si sia fatto più niente. C’è stato uno sciopero spontaneo della Chicago Bridge in seguito al piano di smobilitazione che aveva portato al licenziamento di un nostro compagno molto bravo e giovane della Lega; gli operai sono scesi tutti in sciopero spontaneamente sia per i licenziamenti sia in seguito alla distribuzione degli spaventosi risultati di un referendum-inchiesta sanitario (in cui risultava che la maggior parte degli operai presentava gravi sintomi di andare verso cancro e leucemia) svolta e diffusa da alcuni studenti di medicina, appartenenti al movimento studentesco ma indipendenti dai partiti, che partecipano alle attività di un comitato di quartiere di Sestri (quartiere operaio) a cui nessuno dei cervelli della lega ha collaborato in base ai criteri “spettacolari” della politica tradizionale perché il lato ideologico-spettacolare di tale comitato era gestito in prevalenza da individui della “sinistra” del PCI e del PSIUP a livello di movimento studentesco, ma soprattutto perché partecipare alle attività concrete del comitato (ad es. lezioni private ai figli di lavoratori rimandati, sezione sanitaria da cui è venuto fuori l’inchiesta e lo sciopero) che erano invece gestite da “normali” studenti “di base” del movimento studentesco, richiedeva un lavoro e un impegno effettivo.

A livello studentesco le cose non vanno meglio. Dopo che per tutta l’estate si era detto che dipendeva da noi promuovere durante le vacanze un lavoro di riflessione e di gruppo anche con studenti non aderenti alla Lega per superare il livello dell’intervento a cui c’eravamo arrestati l’anno scorso, permettendo così la ripresa dei gruppi parassitari come il PSIUP, questo per ora non è stato fatto, col risultato che si sta riformando sotto il nome di movimento studentesco una nuova UGI: cioè gruppi e commissioni proclamatamente di “quadri” dove psiuppini e bordighisti si affrontano a colpi di letture di documenti di un’ora e mezzo, ciascuna che teorizza la loro “dirigenza”, la loro separazione dalla “base” e la loro impotenza e che i nostri compagni accettano di perdere il loro tempo in queste allucinanti riunioni di sedicenti “quadri”, invece di preoccuparsi di progettare e attuare azioni capaci di coinvolgere gli studenti in pratiche concrete di carattere politico. Personalmente ritengo che questa incredibile inerzia, irresponsabilità e atomizzazione della Lega, la sua cronica ormai inesistenza organizzativa (dopo maggio ad esempio le uniche cose pubblicate sono state delle traduzioni fatte e pubblicate individualmente per conto e per iniziativa propria di singoli compagni che si traducevano, si battevano a macchina, si ciclostilavano e si distribuivano da soli dei testi che gli erano piaciuti come documenti pubblicati dalla Lega) la sua incapacità a fare un lavoro che sia nello stesso tempo effettivo e collettivo abbiano la loro origine in insufficienze di carattere politico. Per questo ritengo che i contatti e la collaborazione con i gruppi delle altre città vadano aumentati per l’apporto politico che possono dare e per la funzione di responsabilizzazione che automaticamente esercitano. In queste condizioni se no non so nemmeno se si riuscirà a organizzare un’autentica circolazione delle informazioni sull’esperienza francese e un loro uso qualsiasi: dopo il primo viaggio che aveva portato alla redazione del giornale sulla Francia, il materiale del secondo viaggio – il più copioso e importante − a parte due o tre che collaboravano alle traduzioni è rimasto a giacere in un armadio, l’unica cosa che è circolata un po’ sono stati i fumetti e le vignette dell’ENRAGÉ, non oso pensare al materiale di questo terzo viaggio in cui non ci sono nemmeno fumetti. Questa non è una carenza tecnica ma significa semplicemente ignorare un problema politico di fondamentale importanza quale quello della circolazione e della democrazia delle informazioni e delle conoscenze perfino all’interno di un gruppo che vuole avere una attività politica comune. Per ora una riunione in cui fare il resoconto completo non è stata organizzata ma penso che non sarà prima della fine della settimana. Penso che potrebbe essere un’occasione per la ripresa dei contatti con voi di Milano ed eventualmente con gli altri gruppi (Savona, Alessandria) per l’affinità dei problemi che si trovano di fronte a noi e ai compagni francesi e per l’aiuto che potreste dare alla risoluzione della crisi della Lega.

Torno così a qualche indispensabile accenno alla situazione francese.

Situazione generale

La situazione è fluida e incerta. Nelle fabbriche si susseguono licenziamenti soprattutto di carattere non-politico ma strutturale, di razionalizzazione economica anche se naturalmente l’occasione non viene tralasciata per eliminare qualche elemento pericoloso, l’aumento dei prezzi e dello sfruttamento fa pensare a molti operai che era inutile fare quello che è stato fatto, ma ad altri che bisognerebbe ricominciare: ed infatti scoppiano continue sospensioni di lavoro che restano isolate nei reparti senza che nessuno lo sappia, dato il controllo sulle informazioni esercitato dai sindacati. Dove può la CGT cerca di impedire ogni anche minima proposta di sciopero (ad es. mezz’ora) con l’accusa di avventurismo. Permangono in varie imprese a Parigi Comitati d’azione di impresa che fanno un lavoro di spiegazione politica della condizione dei lavoratori, spesso estremamente avanzato, di cui abbiamo del materiale molto interessante. Essi si riuniscono settimanalmente nel comitato Inter-Enterprises in cui si scambiano le informazioni e che stava decidendo sulla creazione di un bollettino Inter-Imprese. In esso sono molto attivi due gruppi che provengono da Socialisme ou Barbarie direttamente, cioè il gruppo informale della libreria La Vieille Taupe ed il gruppo Information Correspondace Ouvrière, e un gruppo come il GLAT; quelli che pubblicano da anni Lutte de classe, che si è sempre trovato a fianco di SouB e poi di Pouvoir Ouvrier. Centinaia e centinaia di operai continuano a mantenere contatti con gli elementi rivoluzionari.

Nelle campagne la situazione è sempre esplosiva, lotte molto violente si continuano a svolgere, ad esempio durante la nostra permanenza si sono svolti notevoli incidenti nella Savoia.

Nelle Università e nei licei è ancora il punto più debole del regime. Nonostante la confusione, la giravolta dell’UNEF che ha rinunziato ad essere un sindacato e si presenta ora con l’abito del movimento politico di contestazione e di democrazia diretta, e la divisione e la lotta feroce tra i gruppi di sinistra che ha preso il posto del tacito accordo di maggio, il sistema si è rivelato incapace di una risposta anche minima alle aspirazioni anche più riformiste; l’unica riforma che gli studenti hanno potuto vedere sono stati gruppi di delinquenti professionali assoldati per l’occasione dalla polizia e in qualche caso da qualche professore e promossi “bidelli”, che si aggirano armati di manganelli nei corridori. Il sistema com’era previsto non è riuscito ad assicurare una riorganizzazione e una “normalizzazione” di funzionamento. Il problema degli esami non è affatto stato risolto a Scienze come volevano far credere i mezzi di informazione e alla Sorbona esso non è ancora stato affrontato dai professori: la prima assemblea dopo la rentrée ha visto 5.000 studenti che si chiamavano “compagno” rifiutare ogni soluzione che non comprenda le libertà politiche all’interno della facoltà. Oltre alla debolezza del sistema c’è dunque una forza e una vitalità autonoma alla base del movimento studentesco: subito dopo l’assemblea spontaneamente gli studenti si sono recati nella sede del decano per imporgli la discussione, ma il decano era dal ministro. Da allora il cortile della Sorbona è occupato in permanenza da centinaia di studenti che discutono; un’idea della debolezza del sistema è data dal fatto che quando essi hanno impedito con la forza la riunione di un gruppetto di gialli il governo è stato a un pelo da un atto assurdo e suicida: pare che volesse di nuovo CHIUDERE LA SORBONA PER UN ANNO. Ma più ancora che all’università il movimento è forte e deciso fra i liceali che hanno già posto le loro rivendicazioni in forma ultimativa avvisando che provvederanno a realizzarle da soli se non verranno realizzate, e in effetti hanno già cominciato con una durissima invasione di un liceo. Il comunicato dei Comitati d’Azione dei Liceali è formidabile.

Situazione dei militanti dei gruppi

Campo burocratico-sfruttatore

Il PCF continua imperterrito nella sua linea senza indietreggiare di fronte alla delazione e a qualsiasi forma di truffa. Ha scatenato una campagna anche ’teorica’ contro il “gauchisme”: libri sul maggio, autoesaltazioni di dirigenti in volume, opuscoletti tipo Feltrinelli che ristampano vecchie infamie sugli anarchici e sugli estremisti. La CGT fa altrettanto su Vie Ouvrière, il suo giornale sindacale, spiegando a tutte lettere che la democrazia sindacale non vale per gli oppositori di cui vengono denunciate le “congiure”.

Campo minoritario-burocratico

Il maggio è stato una prova decisiva del carattere burocratico o meno dei vari gruppi minoritari. Essi come sai hanno in Francia una tradizione e un peso numerico molto più grandi che da noi. Il maggio li ha messi in crisi. Esso ha reso chiara e definitiva l’inesistenza pura e semplice della IV Internazionale (tendenza P. Frank). Ha coperto di ridicolo e di discredito i trotzkisti “duri” dell’OCI-FER (tendenza lambertista) il cui stalinismo ottuso e l’incredibile settarismo ha impressionato i militanti. I filocinesi sono in dissoluzione: defezioni e scissioni a catena li hanno polverizzati. La JCR, che esiste solo a livello studentesco, è riuscita a mantenersi in vita soltanto grazie a un provvidenziale opportunistico buon-senso e alla monopolizzazione − senza tanti riguardi per il trotzkismo − del guevarismo. L’unico gruppo che non è stato indebolito o annullato dal maggio è stato Voix Ouvrière: l’unico cioè che avesse un reale rapporto con la classe operaia e che fosse seriamente organizzato dal punto di vista burocratico. Ma è significativo che la sua direzione sia stata costretta a dire apertamente che “bisogna essere leninisti nei principi ma luxemburghisti nella pratica”. Informazioni probabilmente esagerate attribuiscono a VO un centinaio di giornali di fabbrica in Francia, ma è certo che i loro contatti con le fabbriche sono molti: in esso da questo punto di vista dopo maggio si trova come dice qualcuno il peggio e il meglio, essendo il peggio rappresentato da un centralizzato gruppo dirigente assolutamente separato dai militanti e che sfrutta scientificamente il masochismo tipico di certi settori piccolo borghesi e studenteschi estraendone il massimo sotto il profilo attivistico-efficientistico. Questo è tempo di alleanze e di fusioni. Il maggio ha dimostrato a questi gruppi l’inanità dei loro sforzi “dirigenziali” ed essi sono stati costretti o all’isolamento e al disprezzo generale come la FER, o ad adattarsi come riconosce la citata frase della direzione di VO alla dinamica ovviamente tutt’altro che leninista del movimento e dei Comitati d’Azione. È quindi avviata la fusione dei trotzkisti della JCR e di Voix Ouvrière, e si comincia addirittura a parlare da parte di alcuni cinesi di necessità di unione di tutti leninisti.

Comitati d’azione

Continuano in parte a funzionare come prima. Non sono più migliaia come prima ma bisogna tener conto della sparizione di quelli fittizi creati dal PC o dal PSU. Continuano ad essere la creazione più importante e più interessante del maggio, molti continuano ad avere un rapporto reale con la popolazione, o con gli operai di una certa fabbrica. In essi avviene la discussione politica, in essi si pongono tutti i problemi di una omogenizzazione politica di una organizzazione rivoluzionaria nata per compiti di lotta nei momenti in cui la lotta non è più generalizzata ed aperta. Il rapporto all’interno fra elementi già molto politicizzati prima di maggio ed elementi politicizzatisi a maggio si è spostato verso il 50% a 50%.

Gruppi antiburocratici

La necessità di un’alleanza e di un superamento delle attuali divergenze è imposto dalla situazione e dallo sviluppo del movimento anche alle tendenze che potremmo definire genericamente consigliari che ovviamente spesso non hanno le stesse caratteristiche di gruppo chiuso dei gruppi leninisti. Un’alleanza già data per sicura è quella fra i situazionisti (I. S.) Front Noir e il gruppo Internazionalismo di Tolosa. Di essa non abbiamo potuto sapere molto: il gruppetto dell’Internazionale Situazionista infatti non è in Francia in questo momento ma in Belgio dove pare che la situazione si avvii o si possa avviare ad un grosso casino data la situazione del movimento degli studenti e dei disoccupati; Front Noir è un altro gruppetto che pubblica dei “Quaderni di discussioni sul socialismo dei consigli” ma avendone scoperto l’esistenza troppo tardi non abbiamo potuto entrare in contatto direttamente, penso che si potrà fare per lettera; Internationalismo è un gruppo luxemburghista venezuelano di cui non sappiamo molto perché in Francia ha solo un gruppo a Tolosa. Un’altra alleanza, questa più “bastarda” e già condannata quando si è profilata dal movimento, è quella di Pouvoir Ouvrier con il gruppo di Vigier (ex partigiano, ex tendenza italiana del PCF, amico di Fidel Castro che lo ha convinto della giustezza dell’intervento russo in Cecoslovacchia) e con i Pablisti, nel cosiddetto Comitato d’iniziativa per un Movimento Rivoluzionario, assurdo tentativo di calare dall’alto una direzione sul movimento dei comitati d’azione. Ho l’impressione che attualmente, dato che si è completamente screditato, Pouvoir Ouvrier vi collabori con lo scopo di catturare i giovani Pablisti: questa è la sorpresa triste del nostro viaggio, Pouvoir Ouvrier è un gruppetto burocratico in piena decadenza leninista: abbandonato dalla maggior parte dei suoi membri più giovani e più in gamba prima ancora di maggio (se ne sono andati tutti gli ex-collaboratori di Socialisme ou Barbarie − Lyotard, Brune, Pierre Guillaume − i giovani del gruppo della Vieille Taupe e l’unico operaio che c’era) c’è rimasto un gruppetto di studentelli scolasticheggianti sotto la tutela del vecchio Vega, grande amministratore del patrimonio ideologico tradizionale del “marxismo” non meglio precisato. L’unica cosa buona che ne rimane è probabilmente il gruppo di Caen, unico fuori di Parigi.

Mi accorgo che sto scivolando nei dettagli.

La scoperta più felice è stata invece la grande influenza che ha esercitato Socialisme ou Barbarie sul lato soggettivo degli avvenimenti di maggio. Gaby e Dany Cohn-Bendit hanno appena pubblicato un libro Le gauchisme remède à la maladie sénile du communisme che è tutto un’antologia di SouB. Il gruppo del 22 marzo ha fra i suoi promotori molta gente di SouB oltre a Gaby C. B., tanto che prima, immediatamente prima del maggio e dopo che erano già avvenuti i fatti di Nanterre, il gruppo degli ex-SouB che era impegnato nel movimento (tra cui Mothè) aveva promosso una riunione del gruppo per vedere se non fosse il caso di ricostituirlo, ma Cardan, che “non aveva riconosciuto i sui figli”, mandò il progetto a monte spiegando che non sarebbe successo nulla prima di una cinquantina d’anni!! Il gruppo di Noir et Rouge cui appartenevano i primi Enragés era ormai da tempo che lavorava insieme al gruppo di ICO direttamente uscita dal SouB insieme a Lefort: ora hanno pubblicato insieme due ottime brochures, Lo sciopero generalizzato in Francia e L’autogestione e lo stato (contenenti anche le “5 tesi sulla lotta di classe” di Pannekoek – col cui gruppo olandese intrattengono rapporti), di cui 4.000 copie si sono esaurite in poco tempo. Alle loro riunioni partecipa una maggioranza di lavoratori. A Lione il gruppo del 22 Marzo locale ha ciclostilato e diffuso in mille esemplari, appena è uscito in giugno La Brèche, il saggio di Cardan. I Comitati d’Azione del 3 Maggio erano messi su da ex-SouB, il comitato per il mantenimento delle occupazioni dai situazionisti. L’attività verso le fabbriche di Censier veramente prodigiosa di cui parla Solidarity era svolta in gran parte sotto l’impulso di due gruppi di ex-SouB − il gruppo della Vieille Taupe e il GLAT − ad essa partecipava anche un compagno di Solidarity, e gli stessi sono ora l’anima del Comitato inter-Fabbriche; molti operai giovani li vanno a cercare in libreria per comunicare più in fretta possibile le informazioni e per discutere su ciò che avviene in fabbrica, alcuni si sono messi a studiare il Capitale. Mothè ha organizzato un comitato di azione dentro la Renault che pubblica un giornaletto e una intera casa dei giovani e della cultura, dove durante gli avvenimenti vivevano un centinaio di rivoluzionari e a cui i comunisti erano andati a chiedere di difenderli dai fascisti. Ci sono anche e lavorano molto anarco-comunisti e anarchici anti-burocratici che insieme ai gruppi e ai singoli già citati hanno rimesso in discussione tutte le ideologie tradizionali e si sforzano di ricercare e di inventare come richiede la pratica sociale in cui sono immessi: c’è un reale travaglio di discussione, di ricerca, scoperta e riscoperta, intrecciato a un lavoro effettivo. Cardan sta scrivendo un libro che sarà la continuazione di Il movimento rivoluzionario sotto il moderno capitalismo. Ma soprattutto, e questa è per l’immediato la notizia più importante, i gruppi e i singoli militanti che hanno avuto e hanno una parte reale nelle lotte nei comitati ecc. di tendenza anti-burocratica e anti-leninista (22 marzo, ex-SouB, anarco-comunisti, indipendenti da gruppi, ecc. − le etichette non hanno ormai più molto significato e anzi l’unico di questi gruppi che aveva una “Marca” famosa e ingombrante, il 22, l’ha soppressa) hanno dato l’avvio con un volantino − tratto, parola per parola, da SouB − e con una riunione, a cui abbiamo partecipato, a un giornale nazionale che sia uno strumento di informazione sulle lotte e di critica dei fatti che nessuno, nemmeno Action, in mano a dei leninisti “morbidi”, fa conoscere, l’accordo è di non affidare il giornale a gente la cui unica esperienza pratica è appunto la redazione di giornali et simili ma di farvi partecipare il maggior numero possibile di gente. Il giornale può già contare su gruppi di militanti a: Strasburgo, Lione, Avignone, Caen, S. Nazaire (dove funziona già un giornale inter-fabbriche), Bordeaux. I soldi sono ricavati dalla vendita in tutta Europa del libro dei fratelli Cohn Bendit che non abbiamo comprato perché ci avevano assicurato che era uscito contemporaneamente anche in Italia (oltre che in Germania ecc.), ne abbiamo letto solo il titolo e l’introduzione che sono formidabili. Dopo la riunione del giornale − a cui partecipavano una quarantina di persone − è giunto da Marsiglia il primo numero di una rivista che si chiama Cahiers du Communisme de Conseils su cui appare come responsabile un compagno che voi avete incontrato a Carrara. La rivista, stampata, è molto buona essa contiene un editoriale sui compiti attuali, un saggio: “Materialismo storico”, di Pannekoek del 1919, e un lungo articolo su A. Pannekoek di Paul Mattik.

Se da noi si arriva prima o poi a un giornale del genere di quello promosso dai gruppi anti-burocratici francesi, i compagni sono molto favorevoli a scambi di informazioni, traduzioni e sono anche interessati alla possibilità che noi abbiamo prospettato di un giornale internazionale.

In genere nessuno dei gruppi antileninisti francesi − eccetto Pouvoir Ouvrier che infatti è un gruppo ormai chiaramente leninista (es. è uscito durante i primi e più febbrili giorni di maggio con un volantino in cui l’unica indicazione che dava, quando tutti si chiedevano che cosa dovevano fare il giorno dopo, era che era necessario un partito rivoluzionario) − è contrario all’idea di un’alleanza nazionale e anche internazionale; alcuni compagni come quelli della Vieille Taupe prendevano già contatti nel Benelux e parlavano della possibilità per l’anno prossimo di una specie di congresso internazionale.

Alcuni di questi compagni verranno in Italia ad Ognissanti e altri forse nelle vacanze di Natale.

Questi sono solo alcuni dei fatti, le discussioni che abbiamo avuto e ciò che si è detto nelle varie riunioni o assemblee a cui abbiamo partecipato porterebbe più che a una lettera già lunghissima come questa a un libretto. Cercheremo di parlarne a voce. Cardan, che si è in parte riveduto sui suoi figli non riconosciuti e del tutto sull’impossibilità che “succeda qualcosa” pensava che la diffusione del libro dei due Cohn Bendit (300 pagine tratte soprattutto da SouB e poi da ICO, da Lutte des Classes, da Rouge et Noir) sarebbe stata molto importante e naturalmente era d’accordo sulla positività per l’Italia che essa andasse a incontrarsi con la pubblicazione della antologia di testi completi che state preparando. Sono stato aiutato per la prima fase della mia tesi di raccolta di materiale su Socialisme ou Barbarie: sono entrato in possesso di una serie di documenti inediti, soprattutto di quelli delle scissioni di Pouvoir Ouvrier e del gruppo di Lefort, di qualche documento interno, di articoli non pubblicati, di lettere, di una conferenza sul lavoro di fabbrica, e di un testo preparato dal gruppo per l’ultimo congresso dell’Internazionale Trotzkista a cui aveva partecipato, inoltre ho i verbali delle riunioni di qualche anno, ma purtroppo la maggior parte dei verbali delle riunioni è in cunicoli sotterranei dove la ha nascosta Pouvoir Ouvrier quando tutti i gruppi che temevano di essere dissolti dal governo han fatto altrettanto. Cardan aveva ricevuto il suo libro pubblicato da noi attraverso Solidarity con cui ha mantenuto i rapporti.

Erano a Parigi contemporaneamente a noi la moglie di Rieser della Lega di Torino e due di Milano che sono legati a loro: Marino Regini e una studentessa, una certa Bianca che diceva di aver lavorato molto nella Commissione per le lotte operaie del movimento studentesco lì a Milano e che diceva di conoscerti. Hanno parlato con degli operai e hanno parlato, oltre che con della gente di Socialisme ou Barbarie, con molti sindacalisti nella speranza di ottenere informazioni; sarebbero andati anche a Nantes e a Saint Nazaire. Si è mezzo accennato di fare una riunione insieme di scambio delle informazioni.

Io finché il tempo resta bello resto qui a Cicagna a 45 km. da Genova dove andrò ogni tanto per la lega e per fare fotocopiare la roba di SouB. Se rispondi alla lettera scrivi a Mario Lippolis via Statale Carpinete Cicagna (Genova).

Arrivederci, Mario