Lega degli operai e degli studenti. Genova, 15 febbraio 1968.

 

 

 

 

Convocazione per l’approvazione dei 14 punti costitutivi.

La lega degli operai e degli studenti nasce dal comune riconoscimento dei seguenti punti fondamentali:
1) Come movimento organizzato, il movimento rivoluzionario deve essere ricostruito dalle fondamenta. Questa ricostruzione troverà una solida base nello sviluppo dell’esperienza della classe operaia. Ma essa presuppone una rottura radicale con tutte le attuali organizzazioni, loro ideologie, mentalità e metodi di azione. Tutto ciò che è esistito ed esiste nel movimento operaio (ideologia, partiti, sindacati) è irrimediabilmente e irrevocabilmente finito, integrato nella società di sfruttamento. Ma questa ricostruzione non avverrà nel vuoto. Essa partirà dall’immensa esperienza accumulata in un secolo di lotte operaie.

2) L’idea che il socialismo sia sinonimo di nazionalizzazione dei mezzi di produzione più la pianificazione e che il suo fine essenziale sia soltanto una crescita della produzione e del consumo, deve essere denunciata spietatamente. L’identità di queste vedute con gli obbiettivi fondamentali del capitalismo deve essere mostrata continuamente. Socialismo significa gestione da parte dei lavoratori della produzione e della società; significa autoamministrazione popolare attraverso i consigli dei lavoratori. Questo contenuto del socialismo deve essere proclamato ed illustrato con l’esperienza storica. Il reale contenuto del socialismo è la restituzione agli uomini del dominio sulla loro vita e la trasformazione del lavoro da un assurdo mezzo di guadagnarsi il pane, in un’azione libera di individui e di gruppi. Esso è la costituzione di comunità umane integrate: l’unione della cultura e della vita. Questo contenuto del socialismo non deve essere tenuto nascosto come un’astratta speculazione concernente un futuro indeterminato. Dovrebbe essere avanzato come la sola risposta ai problemi che tormentano ed assillano oggi l’umanità. Il programma socialista deve essere presentato perciò che è: un programma di umanizzazione del lavoro e della società. Il socialismo non è una terrazza di piacere attaccata alla prigione industriale; non è il transistor per i prigionieri. È la distruzione della prigione industriale stessa.

3) La critica rivoluzionaria della società moderna deve cambiare completamente il suo asse. Deve denunciare il carattere inumano e assurdo del lavoro in tutti i suoi aspetti. Deve smascherare l’arbitrarietà e la mostruosità della gerarchia, sia nella produzione, sia nella società, la sua mancanza totale di giustificazione, l’enorme spreco e gli antagonismi che crea, le contraddizioni e l’irrazionalità della direzione burocratica della fabbrica, dell’economia, dello stato e della società. Deve mostrare che, quale che sia la crescita negli standard di vita, il problema reale dei bisogni umani non è risolto neanche nelle società economicamente più progredite; che la società dei consumi capitalistica è piena di contraddizioni ed assurda. La critica rivoluzionaria deve interessare tutti gli aspetti della vita. Denunciare la disintegrazione delle comunità, la disumanizzazione dei rapporti umani, il contenuto ed i metodi dell’educazione capitalistica, la mostruosità delle città moderne la duplice oppressione imposta sulle donne e sui giovani.

4) Nell’attuale situazione di capitalismo monopolistico, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo si presenta con caratteri di complessità. Infatti, di fronte a un piccolo gruppo di paesi industrializzati, esiste un gran numero di paesi oppressi dai quali il capitalismo internazionale estrae una parte importante di surplus, impedendone lo sviluppo economico e mantenendo larghe masse popolari in condizioni di miseria e di degradazione. In queste condizioni il capitalismo internazionale può mantenere una situazione di privilegio ed accelerare i suoi ritmi di espansione, che gli permettono di attuare all’interno politiche riformiste, allo scopo di attenuare gli antagonismi di classe. Le lotte popolari anti imperialiste, che si manifestano con violenza crescente, costituiscono una parte fondamentale del processo di liquidazione del sistema sociale capitalistico. L’avversario di classe, sia dei popoli oppressi del terzo mondo, sia degli operai dei paesi industrializzati, è UNICO. Solo nella lotta reale contro capitalismo internazionale si potrà realizzare un’ effettiva unità politica e la ripresa dell’internazionalismo rivoluzionario.

5) Le organizzazioni internazionali si basavano sull’idea che le richieste economiche fossero il problema centrale che stava di fronte ai lavoratori e che il capitalismo sarebbe stato incapace di soddisfarle. Questa idea non corrisponde più alla realtà contemporanea. L’attività rivoluzionaria nei sindacati non può essere basata sull’annullamento di tutte le rivendicazioni in quelle salariali, più o meno sostenute dai sindacati stessi, e irraggiungibili sotto il capitalismo senza grandi difficoltà. La base del riformismo permanente dei sindacati e della loro irreversibile degenerazione burocratica si deve trovare precisamente nella possibilità di tali aumenti salariali. Il capitalismo può sopravvivere solamente garantendo tali aumenti. E a questo fine i sindacati burocratizzati o riformisti gli sono indispensabili. Questo non significa che i rivoluzionari debbano lasciare i sindacati, né significa che i rivoluzionari sì debbano disinteressare delle rivendicazioni salariali. Ciò significa che né l’uno né l’altro di questi punti ha l’importanza centrale che aveva prima. La presenza dei rivoluzionari nelle organizzazioni sindacali ha l’unico scopo di operare affinché, anche nelle lotte salariali, i lavoratori decidano sugli obiettivi delle loro lotte ed il controllo e l’organizzazione di queste lotte ritorni nelle loro mani. In tutte le lotte, infatti, il modo in cui un risultato ottenuto è importante quanto ciò che è stato ottenuto. Anche riguardo alla loro efficienza immediata, le azioni organizzate e guidate dai lavoratori stessi sono superiori alle azioni decise e guidate burocraticamente. Esse solo creano le condizioni del progresso, perché esse solo insegnano ai lavoratori a non delegare ad altri i propri interessi.

6) L’umanità del salariato è sempre meno minacciata da una miseria economica che tocchi la sua esistenza fisica. È sempre più intaccata, invece, dalla natura e dalle condizioni del lavoro moderno, dall’oppressione e dall’alienazione che il lavoratore subisce nel processo di produzione. In questo campo non esistono riforme. Gli imprenditori possono accrescere i salari del 3% all’anno ma non possono ridurre l’alienazione del 3% all’anno.
In questo campo ci può essere solo una lotta costante, i cui immediati obbiettivi varieranno in quanto l’organizzazione del lavoro viene costantemente rivoluzionata dal mutamento tecnologico. Giacche questa è un’area in cui i sindacati cooperano sistematicamente con le direzioni aziendali, è un compito chiave dei rivoluzionari aiutare i lavoratori a organizzare le loro lotte contro le condizioni di lavoro e di vita nella fabbrica capitalistica. Le forme che tale attività autonoma della classe operaia potrà assumere, varieranno notevolmente da nazione a nazione, da industria a industria: ma il suo contenuto fondamentale no.

7) I rapporti di sfruttamento nella società contemporanea assumono sempre più la forma della gerarchia. La “necessità” della gerarchia è difesa dalle stesse organizzazioni dei lavoratori. Essa è divenuta l’ultimo sostegno ideologico dell’intero sistema capitalistico. Il movimento rivoluzionario deve organizzare una lotta sistematica contro l’ideologia della gerarchia in tutte le sue forme, inclusa la gerarchia dei salari, delle mansioni nella fabbrica, e contro la gerarchia nelle organizzazioni dei lavoratori.

8) Gli sforzi di propaganda e di reclutamento del movimento rivoluzionario devono tener conto delle trasformazioni del capitalismo e della generalizzazione delle sue crisi. Le divisioni di classe nella società moderna sono sempre più divisioni tra datori ed esecutori gli ordini. L’immensa maggioranza degli individui, sia all’est come all’ovest, è stata trasformata in “esecutori” percettori di un salario. I lavoratori compiono un lavoro frammentario, sperimentano sia l’alienazione del lavoro che l’assurdità della società e tendono a rivoltarsi contro di essa. Sotto questo aspetto gli impiegati, e quanti hanno occupazioni simili, si distinguono sempre meno dai lavoratori manuali: essi cominciano a criticare ed a lottare contro il sistema lungo le stesse linee. La crisi della cultura e la decomposizione dei valori della società capitalistica spingono un numero crescente di intellettuali e di studenti verso una critica radicale del sistema nella sua globalità. Solo il movimento rivoluzionario può dare un significato positivo alla rivolta di questi gruppi. A sua volta esso ne riceverà un prezioso arricchimento. Nelle condizioni della società di sfruttamento, solo il movimento rivoluzionario può essereil luogo di incontro fra lavoratori manuali, impiegati e intellettuali: un’unione senza la quale non ci può essere nessuna rivoluzione vittoriosa.

9) La rottura fra le generazioni e la rivolta della gioventù nella società moderna, non sono paragonabili con i conflitti delle generazioni precedenti. La gioventù, oggi, non si oppone più agli adulti per prendere il loro posto in un sistema stabilito e riconosciuto. ESSA RIFIUTA QUESTO SISTEMA. I giovani non riconoscono più i valori dell’attuale sistema; la società contemporanea sta perdendo il suo controllo sulle generazioni che essa stessa produce. La frattura è particolarmente acuta in campo politico.
La grande maggioranza dei lavoratori “politicamente attivi” quale che sia la loro buona fede e volontà, non può realizzare la trasformazione essenziale che è ora necessaria. Essi ripetono meccanicamente le lezioni e le frasi apprese lungo tempo fa, frasi che sono ora prive di contenuto. Rimangono attaccati a idee, concetti, forme di azione, modelli di organizzazione che sono ormai crollati. Le tradizionali organizzazioni della sinistra hanno sempre meno successo nel reclutare la gioventù. Nulla separa queste organizzaziona agli occhi della gioventù, dalle logore istituzioni che essa incontra entrando nella vita sociale. Il movimento rivoluzionario sarà capace di dare un positivo significato all’immensa rivolta della gioventù contemporanea e di farne un germe della rivoluzione sociale, se saprà esprimere ciò che la gioventù si attende e saprà mostrare ai giovani mezzi efficaci di lotta contro un mondo che essi rifiutano.

10) La rivolta dei giovani è particolarmente acuta nelle istituzioni scolastiche dove, la grande maggioranza degli studenti, contrappone sempre più le proprie forme di democrazia diretta (assemblee ecc.), alle forme di gestione autoritaria della scuola.

11) Anche quando le lotte nella produzione, raggiungono una grande intensità, rimane difficile ai lavoratori generalizzare la loro esperienza, passare dalla loro esperienza nella produzione, ad una comprensione dei problemi globali della società. Da parte loro, gli studenti, non riescono a passare dalla loro esperienza di lotta contro l’autoritarismo scolastico, ad una comprensione della natura classista del contenuto e dei metodi scolastici, della tecnica e della scienza, della funzione classista che la divisione del lavoro capitalistica assegna loro nella società. Se gli operai possono portare oggi agli studenti una visione demistificante della scienza e della tecnica, della divisione sociale del lavoro nella produzione capitalistica e dare un contenuto classista alla lotta antiautoritaria della scuola, gli studenti, da parte loro, possono aiutare gli operai a generalizzare le loro esperienze e portare le proprie esperienze di democrazia diretta e di auto-organizzazione.

12) Nessuna classe dominante ha mai rinunciato al suo potere senza una lotta. Il potere sarà preso solo attraverso l’azione autonoma, cosciente, della grande maggioranza del popolo. La costruzione del socialismo richiederà la sua partecipazione ed intelligenza. Per la loro rigida struttura gerarchica, per le loro idee ed attività, sia il tipo di organizzazione socialdemocratica, che quella bolscevica, scoraggiano questo genere di comprensione e prevengono questa partecipazione. L’idea che il socialismo può, in qualche modo, essere realizzato da un partito di élite (comunque “rivoluzionario”) che agisca in “favore” della classe operaia è, insieme, assurda e reazionaria. L’organizzazione rivoluzionaria dovrebbe applicare a se stessa i principi sviluppati dal proletariato nel corso delle sue lotte storiche: la Comune, i Soviet, i Consigli Operai. Dovrebbe esserci una autonomia degli organi locali compatibile, al massimo grado, con l’unità dell’organizzazione, democrazia diretta ovunque possa essere applicata, eleggibilità e immediata revocabilità dei delegati ai corpi centrali, nelle loro istanze amministrative e politiche o, comunque, decisionali.

13) La “Lega degli operai e degli studenti” si pone come uno strumento dell’azione degli operai e degli studenti. Sua funzione e di aiutare tutti quelli che sono in conflitto con le attuali strutture sociali autoritarie, di generalizzare le loro esperienze, di fare una critica totale delle loro condizioni e cause, di sviluppare la coscienza rivoluzionaria di massa necessaria affinché la società sia totalmente rivoluzionata.

14) La “Lega degli operai e degli studenti” ha un solo organo di decisione ed esecuzione: l’assemblea degli studenti e degli operai. Hanno diritto di parola e di voto nell’assemblea quanti si impegnino ad eseguirne anche le decisioni. L’assemblea si dà un’organizzazione interna per permettere la sua rapida convocazione, e per una rapida esecuzione delle sue decisioni. Nella fase attuale di unificazione critica, politica e operativa, pare evidente la necessità di concentrare al massimo gli sforzi ideologici, politici e organizzativi in tutte quelle situazioni che richiedono l’intervento della lega.