• Daily Archives: 12 Dicembre 1972

Agli sciacalli di “Avanguardia operaia”

Volantino con appunti firmato “un gruppo di rivoluzionari incazzati e decisi a sventare con i fatti ogni ulteriore provocazione”. Senza data e luogo, quasi di certo Milano nel dicembre 1972.

vedi anche:
Avere per fine la verità pratica
Comunicato comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia.

Comunicato ai proletari
Volantino contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia.

Agli sciacalli di “AVANGUARDIA OPERAIA”

Pur essendo a conoscenza dell’odiosa provocazione da voi ordita in seguito al tentativo di alcuni rivoluzionari di trasformare in effettivo attacco anticapitalista il rituale istituzionalizzato del 12 dicembre, non abbiamo ritenuto interessante smentire le grossolane calunnie diffuse attraverso il vostro giornale, coscienti che esso si rivolge ad un inoffensivo pubblico di studenti ed ad una tribuna di operai in cerca di qualificazione burocratica, i quali tutti insieme poco hanno a che spartire con la moderna rivoluzione proletaria.

Nei momenti di scontro reale, come è parzialmente avvenuto a Milano, risulta sempre più evidente l’interesse materiale e ben specifico che la vostra e analoghe bande hanno nel cercare di reprimere, screditandoli, tutti quegli individui che, rifiutando strutture organicamente e coscientemente all’interno delle caratteristiche peculiari del capitale, sono, proprio per questo, capaci di comunicare il proprio slancio rivoluzionario a tutti quelli che sono disposti a criticare il proprio grigio ruolo di servi della milizia, di militanti della servitù.

Non a caso, fra le persone che si sono riconosciute anche per pochi attimi nella gioiosa antilegalità del 12 dicembre, vi erano dei militanti di A.O., subito duramente redarguiti dai loro padroni, che ben capivano il pericolo (per loro stessi) dell’autonoma radicalità, della nascente comunità di azione: senza dubbio il pericolo maggiore per ogni burocrazia è che gli individui prendano coscienza della propria voglia di vivere e della necessità di manifestarla.

La critica al potere della burocrazie è in pari tempo la critica all’inerzia delle leggi del capitale, inerzia che, devitalizzando e riducendo l’uomo a puro strumento del processo di riproduzione dell’esistente, esclude l’umanità dalla vita, istituisce il dominio marmoreo dell’inorganica, sancisce il dominio della morte.

Non contenti delle becere calunnie del vostro organo ufficiale, avete creduto opportuno cercar di diffondere ulteriormente le vostre menzogne attraverso l’”Espresso”, mercato nazionale delle merci ideologiche dei più disparati rackets della “sinistra” parlamentare ed extra, ma non riuscivate a veder riprodotte tutte le vostre infami delazioni, forse per quel certo senso di pudore borghese accortamente usato dal questo giornale.

Una presa di posizione si rende ora necessaria nel momento in cui le menzogne da voi diffuse assumono un preciso significato delatorio perché tendenti ad attribuire ai comontisti, rivoluzionari ostinatamente perseguitati dalla polizia, la responsabilità personale di determinate azioni radicali.

Contemporaneamente tali menzogne diventano calunniatorie in quanto a queste azioni, e a coloro che in esse si riconoscono, viene attribuita per scopi bassamente “politici” una matrice fascista ed antiproletaria.

I rivoluzionari sono proletari, non popolo.

Crepate in fretta.

Firmato: un gruppo di rivoluzionari incazzati e decisi a sventare con i fatti ogni ulteriore provocazione.

Comunicato ai proletari

Volantino comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia a proposito della manifestazione del 12 dicembre 1972 a Milano. Senza data e luogo, quasi di certo Milano nel dicembre 1972.

vedi anche: 
Agli sciacalli di “Avanguardia operaia”
Volantino (e appunti) contro Avanguardia operaia

Avere per fine la verità pratica 
Comunicato comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia

COMUNICATO AI PROLETARI

È noto ad ogni sincero proletario come l’odio e la calunnia abbiano sempre seguito da vicino ogni attività effettivamente rivoluzionaria.
Pertanto noi comontisti non ci siamo mai stupiti, e nemmeno rammaricati, che tale sorte fosse pure a noi riservata, traendo anzi da ciò ulteriore stimolo per radicalizzare ulteriormente le nostre pratiche.
Ma siamo anche ben coscienti del fatto che la calunnia e la delazione vogliono raggiungere il risultato di ostacolare, se non soffocare, la nostra attività anche fisicamente, quando non poliziescamente e penalmente.
E siamo altrettanto coscienti che questi metodi, fatto ben più grave, hanno il fine preciso e politico di frastornare i proletari e di mortificarne la rabbia gettando discredito sulla violenza antilavorativa e antisociale e creando cordoni sanitari intorno alle forze fattualmente rivoluzionarie; si intende così calunniare il comunismo reale per fornirne in suo luogo una immagine burocratica, produttivistica, autoritaria e noiosa.
Pertanto smascherare calunnie e calunniatori è indispensabile, soprattutto per bloccarne il fine politico, in specie quando menzogne e/o delazioni raggiungono una virulenza ed una vastità di diffusione tali da poter essere realmente (cioè sul terreno dello scontro di classe e non al livello di amministrazione di ideologie) di ostacolo e di danno all’espandersi delle pratiche rivoluzionarie.
Per quanto riguarda noi comontisti, ciò è avvenuto quando l’Espresso ha ripreso un articolo apparso su Avanguardia Operaia, organo di un omonimo gruppo che opera sul mercato dell’ideologia falsamente “estremista”. In tale articolo costoro, che furono tra i primi diffusori di calunnie nei nostri confronti, ripetono stancamente, anche se con particolare violenza, le consuete accuse: cioè di manifestare una violenza irresponsabile e di essere quindi una congrega di provocatori, nonché pagati dalle questure, fascisti, drogati (!?), agenti di polizia, spie, etc., costituitasi in gruppo (?), tal “COMMONTISMO” (?). E di aver agito in quanto tali in occasione dei tumulti proletari del 12 dicembre scorso a Milano.
La gravità, oltre alla particolare stupidità di tali calunnie non è superiore a quella manifestatasi in altre occasioni; tuttavia tre motivi ci spingono a prendere per la prima volta pubblicamente posizione contro di esse:
– la pubblicità data alle calunnie da un giornale della diffusione de l’Espresso ci impone di prendere pubblicamente (nel senso: a livello di pubblica opinione) la parola contro i calunniatori.
– vogliamo evitare che si crei intorno ai comontisti quel clima di linciaggio morale che rese il gruppo “XXII Marzo”, e Valpreda in particolare, facili bersagli di una reale provocazione poliziesca.
– vogliamo rendere chiaro come i metodi stalinisti usati da quelle organizzazioni, sedicenti rivoluzionarie, che vivono la logica del racket, rivelino la loro collocazione antirivoluzionaria, poiché ripropongono rapporti essenzialmente capitalisti, cioè di tipo mafioso, per cui la calunnia e la delazione divengono strumenti fondamentali.
Sarà compito di tutti gruppi e di tutti i compagni singoli che non condividono questo tipo di pratiche anticomuniste e tendenti a gettare calunnie nei confronti non solo di alcuni rivoluzionari, ma della rivoluzione stessa, prendere pubblica posizione, sia dando risalto al nostro comunicato, sia mettendo sotto accusa la logica della diffamazione ed i loro diffusori.
D’altra parte, nella misura in cui siamo assolutamente CERTI della coerenza e trasparenza rivoluzionaria dei nostri compagni ed altrettanto CERTI della malafede dei nostri accusatori così come della infondatezza delle calunnie
– sfidiamo le organizzazioni che, ufficialmente e/o come presa di posizione del singolo militante, da anni alimentano il flusso di calunnie che ciclicamente ci investe, A DARE FINALMENTE RAGIONE DELLE LORO MENZOGNE. Questo confronto dovrà avvenire a livello di PROVE CONCRETE e di FATTI INEQUIVOCABILI. Pertanto sfidiamo costoro ad organizzare una PUBBLICA ASSEMBLEA in cui essi dovranno PROVARE (il che sappiamo già fin d’ora essere impossibile) le infami accuse contro i comontisti e/o alcuni di loro e GIUSTIFICARE la loro pratica anticomunista di delazione alle polizie, pratica che li unisce a tutti gli organi di stampa dichiaratamente borghesi e riformisti.
– Li sfidiamo, del pari, a pubblicare questo nostro comunicato sulla loro stampa.
Il loro silenzio e la loro eventuale non disponibilità su questo terreno renderà chiaro a chiunque qual è la base e quale il fine di questa grossa montatura provocatoria.
A quel punto sarà nostro piacere, e dovere di ciascun sincero proletario, ricacciare in gola ai calunniatori le loro verminose diffamazioni.
Da parte nostra, secondo la trasparenza che sinora ci è stata abituale solo con gli effettivi compagni, siamo disposti a dibattere pubblicamente ogni fatto inerente le accuse specifiche, così come stiamo approntando un opuscolo in cui tutte queste questioni (ed in specie la manovra politica che vi è sottesa) verranno organicamente affrontate, di modo che tutti i rivoluzionari (o quanto meno le persone sincere) possano essere totalmente informati, in modo da poter assumere posizione inequivoca.
D’altra parte, però, sottolineiamo il fatto che con costoro NON SIAMO DISPONIBILI ad alcun confronto politico e teorico, poiché rifiutiamo il terreno del maneggio politico e burocratico in cui essi sguazzano e poiché l’irreversibile nostro giudizio teorico sul mercato delle ideologie (anche “sinistre”), sulla loro funzione nella conservazione del dominio materiale del capitale, sulle miserie dei rackets che intendono porsi come amministratori del proletariato per fondare il LORO potere sul CONTROLLO del proletariato.
La rivoluzione sarà festa liberatoria per i proletari poiché infine i proletari si sbarazzeranno di tutti i loro persecutori, ideologi e falsi “tutori” compresi.
Da parte nostra, quindi, nessuna disponibilità al DIALOGO con i calunniatori, i burocrati mafiosi, gli ideologi di un comunismo fasullo e realmente capitalista; da parte nostra esiste solo la volontà di dimostrare una volta per tutte, ai proletari ottenebrati dalle mistificazioni e dalle ideologie, che i NOSTRI METODI NON SONO QUELLI DEI NOSTRI ACCUSATORI, che LA RIVOLUZIONE ED I RIVOLUZIONARI HANNO SEMPRE PER FINE PRATICO LA VERITÀ.

I COMONTISTI

Avere per fine la verità pratica: la calunnia a fini politici o la montatura provocatoria in fasce?

Comunicato comontista contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia a proposito della manifestazione del 12 dicembre 1972 a Milano.

«Alla manifestazione del 12 dicembre 1972 a Milano partecipò un congruo numero di comontisti, da via Pecchio, e calati da Torino: ci furono scontri molto violenti, noi dal lato di piazza 24 maggio, gli sbirri da quello dove ci sono ora Conchetta e i Malfattori. Per munirci di proiettili saccheggiammo un ortolano – quello che aveva ideato il nefando gelato al barbera. Era un sabato pomeriggio, faceva freddissimo e c’era una nebbia di quelle che non ci sono più. Nei casini fu, non da noi, sottratta la pistola a un poliziotto e vari sbirri finirono all’ospedale, alcuni anche un tantino rovinati. Avanguardia Operaia prima, l’Espresso poi, accusarono i Comontisti di essere i responsabili della degenerazione degli scontri che furono invero fra i più soddisfacenti che mi sia toccato di vivere. Di qui il nostro attacco a quelle miserabili carogne. La partecipazione a quella manifestazione fu anche il momento di pubblica riappacificazione fra i comontisti di Torino e di Milano, dopo la rottura dei primi di settembre. Molti si aspettavano dei mirabili sviluppi, che non vi furono.» (Paolo Ranieri)

  

vedi anche: 
Agli sciacalli di “Avanguardia operaia”

Volantino (e appunti) contro Avanguardia operaia

Comunicato ai proletari
Volantino contro le calunnie dell’Espresso e di Avanguardia operaia