Opuscolo senza data e senza idicazioni di stampa. (Probabilmente fine 1979 / inizio 1980). Dopo una introduzione intitolata “Il lavoro rende liberi”, seguono due testi:
Opuscolo pubblicato nel 1980 da Varani Editore, Milano. Dietro lo pseudonimo si cela Pier Franco Ghisleni. Come ulteriore depistaggio, a pagina 2 è indicato “Traduzione dal fiammingo di Elisabeth Vos”.
La pratica della delazione (“pentiti”, “dissociati”, “collaboratori di giustizia”) in quegli anni era ampiamente diffusa, e il finto professore – che ha «dovuto fare violenza» a se stesso per «conservare la necessaria freddezza di fronte al fenomeno» che descrive, la analizza sotto diversi punti di vista. In conclusione del testo è riportata, «come appendice a se stante, una lettera che ho scritto ad un’amica italiana, madre di un giovane che si è rivelato delatore (suo figlio ha tradito negli ultimi mesi del 1979)».Questo scritto è stato subito riproposto, in versione illustrata, dal settimanale satirico Il Male, nel n. 24 del 23 giugno 1980, e, nel 2003, tradotto, in lingua greca, dal fantomatico editore “Cultura della Libertà”, con illustrazione in copertina di Roland Topor.
Qui sotto copertina e retro di copertina della traduzione greca
Traduzione del retro di copertina dell’edizione greca:
Nel 1980, in un’Italia sconvolta dalla lotta armata, dai primi arresti di massa degli appartenenti alla guerriglia urbana e dall’incarcerazione di migliaia di militanti (principalmente appartenenti al movimento dell’Autonomia), in seguito alle persecuzioni del 7 aprile, si osserva il fenomeno di arrestati che denunciano i propri compagni al fine di ottenere condizioni più favorevoli per sé stessi. Si tratta del tema dei “pentiti”, che influenzerà in modo significativo gli sviluppi del movimento antagonista del Paese vicino. In quel periodo, viene pubblicata dalla casa editrice Varani (con sede a Milano) l’opera inedita del professor Pieter Both intitolata Sulla delazione nel mondo moderno. Un’opera unica, secondo l’autore, poiché fino ad allora non era stato scritto nulla riguardo alla delazione e ai delatori. Non sappiamo chi sia esattamente il professor Both, ma alla fine l’identità dell’autore non è così importante (dato che probabilmente nemmeno lui è molto interessato alla propria fama postuma). Ciò che conta davvero – ed è per questo che consigliamo questa sua pubblicazione – è il contenuto originale, frutto di un’osservazione approfondita e di una classificazione caratteristica dei delatori, che rende l’opera costantemente attuale. Se pensiamo, inoltre, agli ultimi sviluppi nel nostro paese, possiamo affermare che, di fronte alle direttive del governo per il riconoscimento e la denuncia dei sospetti (con il sostegno di “eminenti” accademici che difendono la delazione, purché venga fatta alle autorità nazionali e non a quelle “straniere”), quest’opera può essere utilizzata come una guida per il riconoscimento e come un metodo di protezione dai nostri “cari” delatori!